giovedì 24 aprile 2008

OSIRI (osiride)

OSIRI (osiride)
Osiride era venerato già in età predinastica nella cittaà di Zed nel delta del Nilo, che poi in suo onore cambiò nome in Per-Usirev che in età grecoromana suonava Busiri. Ivi esisteva anche una colonna sacra, forse un totem, che successivamente venne indentificato con Osiri. Ma in effetti Osiri era una divinità agricola, tanto vero che veniva raffigurato in aspetto umano mentre impugna il flagello e il pastorale. Dovendosi occupare di cose agricole, finiva per rappresentare da un lato anche la Luna, il Sole e il Nilo, e dall'altro la Terra stessa. In quest'ultima concezione era però fatale che diventasse anche il dio dei morti; in proposito cfr. Gheb, di cui per altro era figlio. Man mano che il culto di Ostri andava espandendosi, egli soppiantò gli dèi dei morti di altre necropoli, quali Chenti-Amentijev e Sokar (v.).
Il fatto che Osiri fosse una divinità dei morti, ma nello stesso tempo, come abbiamo visto, del Nilo, diede origine alla credenza nella risurrezione. Quando, dopo le alluvioni annuali, il Nilo ritorna nel suo alveo, lascia la terra fecondata che presto si ricopre di verde. Così le piante maturano presto per morire altrettanto presto sotto il sole torrido, salvo rinascere dopo la successiva alluvione del Nilo. Anche Osiri muore per rinascere. Il destino dell'Uomo somiglia a quello di Osiri; anche l'Uomo vive un poco su questa terra e poi muore per rinascere nell'altro mondo. Così in Osiri si identificano tutti i morti che, giunti nell'oltretomba, sono riusciti a superare un esame sulle loro azioni terrene.
Questo era un discorso comprensibile anche al povero fellah; non c'è quindi da meravigliarsi che il culto di Osiri diventasse popolare in tutto l'Egitto e che attorno alla sua persona si ricamassero leggende che infine formarono un intero ciclo.
Gheb, re delle due terre (cioè Egitto superiore e inferiore) aveva due figli — Osiri e Seth — e due fìglie — Iside e Netti —. Iside andò sposa a Osiri, Nefti a Seth. Gheb divise il suo regno tra i due fratelli: a Osiri toccò l'Egitto inferiore, Seth divenne rè dell'Egitto superiore. Osiri era un sovrano di eccelse qualità, tanto da suscitare l'invidia del fratello Seth che cercò di ucciderlo. Ma la vigile Iside sventò tutti gli attentati alla vita del consorte. Ma prova e riprova, un giorno Seth riuscì nel suo intento, uccise Osiri e ne gettò la salma nel Nilo. Iside e Nefti, piangendone la morte, cercarono la salma affannosamente lungo le rive del Nilo, e quando finalmente l'ebbero trovata, la seppellirono di nascosto. Ma l'odio di Seth era di quelli che vanno anche oltre la tomba; si diede a sua volta a cercare, scoprì infine la tomba segreta e ne riportò alla luce il cadavere di Osiri. Lo tagliò a pezzi che sparpagliò per tutto l'Egitto, seppellendone uno in ogni regione. Disperate, Iside e Netti chiesero pietà a Ra che mandò in loro aiuto Anubi. Pazientemente i tre vagarono per tutto il paese alla ricerca di ogni singolo pezzo, e quando li ebbero trovati tutti, Anubi ricompose il corpo di Osiri e l'imbalsamò. Compiuta l'opera, Iside, trasformatasi in colomba, si pose sulla mummia di Osiri e ne restò incinta. Per sfuggire all'ira di Seth, Iside vagò per l'Egitto finché non trovò un rifugio fra gli alti papiri delle paludi dell'Egitto inferiore, dove partorì Horus. Nelle scene della vita quotidiana della prima infanzia di Horus si rivela tutta la semplicità dell'anima egizia. Così si narra che un giorno Horus, curioso e incosciente come tutti i bambini, approfittò di una momentanea assenza della mamma, sgattaiolò di casa, si diede a prendere rane e serpenti e ne inghiottì qualcuno. La conseguenza fu — come per un comune bambino mortale — un terribile mal di pancia. Accorse Iside spaventata e non riuscendo a calmare i dolori del bambino, implorò Ra che con la sua forza magica fece infine passare il mal di pancia del piccolo Horus. Ma non basta: ancora una volta Iside lasciò il piccolo Horus senza sorveglianza, e andò a finire che il bambino cadde in acqua e annegò. Il dio Suchos lo ripescò e Ra lo rianimò, non senza aver dato a Iside una tremenda sgridata per la sua leggerezza.
Quando Horus si fu fatto uomo, decise di vendicare suo padre. Si scontrò con Seth in una furiosa lotta dalla quale entrambi uscirono malconci; Horus ci aveva rimesso un occhio. Intervenne Thot. costringendo i due contendenti a dirimere la loro lite davanti al tribunale degli dèi. La sentenza stabilì essere fondate le ragioni di Horus e obbligò Seth a restituirgli l'occhio. Ma Horus non se lo rimise, bensì lo offrì alla mummia di suo padre Ostri, e a cagion di questo sacrificio dettato dall'amor filiale, Io spirito della vita ritornò in Osiri.
A Horus venne tutta l'eredità di Gheb, mentre Osiri diventò rè delle anime nel regno occidentale.
Spogliata di tutti gli aspetti mitologici, questa leggenda probabilmente non rispecchia altro che una lontana eco delle lotte fra l'Egitto Inferiore e l'Egitto Superiore svoltesi nell'età predinastica, e siccome il vae victis non è un'invenzione di Brenno, il soccombente, nel nostro caso Seth, s'identifica col concetto del male, e il vincitore, cioè Horus, con quello del bene.
A. Morelli, Dei e miti,

Il Dio Osiride

Osiride
Nel corso dei secoli, la personalità di Osiride si è arricchita progressivamente, diventando oltremodo complessa, restando però sempre logica nel suo sviluppo, e particolarmente vicina alla sensibilità di popoli che vivevano una religione di salvezza fondata su di un uomo-dio che aveva conosciuto una «passione» tra gli altri uomini. Osiride compare a Busiris , ove succede al dio pastore Andjty, di cui prende tutti gli attributi. Pare una ipotesi seducente quella che vede in questa figura un personaggio storico, forse il primo che, durante l'oscuro periodo predinastico, avrebbe unificato i clans del Delta o forse anche l'intero Egitto. La più antica versione della sua gesta si trova nei Testi* delle Piramidi;Osiride viene allora integrato all'Enneade heliopolitana e presentato come figlio di Geb e di Nut , con Iside , Seth * e Neph-ys. Secondo questi testi, Seth viene aiutato da Thot nel far perire, senza dubbio allo scopo di usurpare il trono, Osiride succeduto al padre Geb.
Iside e Nephtys cercano il cadavere del fratello levando forti lamentazioni, e quando esse l'hanno ritrovato, gli altri dèi gli rendono la vita. Alcune parti della leggenda compaiono in un'epoca più tarda: è questo il caso della mummificazione del corpo di Osiride ad opera di Anubi, di cui è detto in uno dei Testi dei sarcofagi (Medio Regno); tuttavia, tenuto conto del fatto che i Testi delle Piramidi non pretendono di riportare la leggenda nel suo insieme, ma vi fanno sol' tanto allusioni a diversi propositi; pare che numerosi elementi a noi noti soltanto nella versione del mito riportata da Plutarco, nel suo De Iside et Osiride, debbano esser fatti risalire a un periodo molto antico. In questo testo, Geb e Nut hanno quattro figli, a cui si aggiunge Haroeris (o Horus il Primogenito); questi cinque figli nascono l'uno dopo l'altro nei cinque giorni epagomeni (v. calendario) ; Osiride succede al padre Geb e regna al fianco della sua sposa e sorella Iside; egli dona agli uomini la conoscenza dell'agricoltura e le pratiche religiose. Geloso di questo regno benefico, Seth, con l'aiuto di settantadue congiurati, rinchiude Osiride in un cofano nel corso di un banchetto e lo getta nel Nilo.
Iside parte allora alla ricerca di questa bara che le onde hanno trasportato fino alle spiagge fenicie di Byblos e su cui cresce una pianta di erica; il re di Byblos, vista la bellezza dell'albero cresciuto sul corpo di Osiride, ne fa tagliare un pilastro; Iside, che qui giunge, si fa donare la colonna e la bara, che porta con sé nelle paludi di Chemnis, presso Buto , ove ella genera Horus. Seth, avuta notizia dell'accaduto, approfitta di un'assenza di Iside per impadronirsi del cofano e spezzare il corpo di Osiride in quattordici parti che poi disperde attraverso tutto l'Egitto. Ma Iside ricerca tutti i pezzi del corpo dello sposo e li fa seppellire sul posto: su ognuna di queste sepolture vengono eretti dei santuari osiriani; e proprio in seguito a questo fatto tante città d'Egitto vantarono di Possedere la tomba del dio. Dopo questi fatti, Osiride rimane nel regno dei Morti, di cui diviene il sovrano. Secondo un'altra versione invece, Thot, Anubis, Iside e Nephtys riuniscono i brani del corpo di Osiride e ne fanno un corpo immortale attraverso la mummificazione.
Quella narrata è la leggenda che si è costituita. Osiride è un sovrano morto e divinizzato — la concezione dell'essenza divina della monarchia è antica come l'istituzione stessa — qui però è intervenuto un fattore capitale: questo sovrano si distingue per la sua bontà, e la sua morte violenta, che forma un contrasto, è stato il punto di partenza della sua leggenda e della sua fortuna. Gardiner ha fortemente sottolineato questa relazione di Osiride con la monarchia egizia. Di fatto il dio è sempre rappresentato come sovrano dell'Egitto intero, benché porti soltanto la corona bianca del sud (il che può parere paradossale, ma forse tende a sottolineare il fatto che questo sovrano del nord era anche il signore del sud). Egli viene sempre rappresentato come il sovrano morto che diventa Osiride, mentre il suo successore è l'incarnazione di Horus, figlio di Osiride.
Le feste di Osiride celebrate alla fine dell'inondazione prendono solo secondariamente un carattere agrario; si tratta dapprima, e prima di tutto, della celebrazione della resurrezione del sovrano defunto in suo figlio; questa festa, «dramma della monarchia», rinnova la storia mistica di Osiride e di Horus. Gli altri caratteri religiosi del culto di Osiride trovano le proprie radici in questa leggenda.
Osiride è in relazione con l'acqua del Nilo, alla quale il suo corpo attribuisce la forza fecondatrice; in alcune varianti della leggenda, in luogo di discendere il Nilo in un cofano, egli viene annegato direttamente nel fiume; d'altra parte però, quando Seth lo fa a brani, il suo corpo non rimane integro poiché un pesce, l'ossirinco, lo danneggia nelle parti destinate alla riproduzione, e per questo nel distretto di Ossirinco, questo pesce viene assimilato a Seth. Dio fecondatore, Osiride è anche un dio della vegetazione; come questa, egli muore al momento dell'inondazione, per rinascere in primavera, dopo esser rimasto sotto terra, come il grano seminato. Questo aspetto aveva un particolare risalto presso gli Egizi, i quali, al momento delle feste di Osiride, che avevano luogo prima della semina, modellavano con argilla un corpo del dio, in cui ponevano semi che poi germogliavano, coprendo la statuetta di vegetazione; nelle tombe sono stati ritrovati diversi esemplari di queste statuette.
D'altra parte, la speculazione heliopolitana ne fece un dio cosmico; questa concezione si può spiegare se si ammette che dall'epoca predinastica il sovrano defunto fosse assimilato ad Osiride, e se si pensa che fu necessario far entrare questa concezione nel quadro del destino solare del sovrano: quest'ultimo raggiunge Ra nel cielo mentre Osiride nello stesso tempo riveste il carattere celeste del defunto sovrano. Alla fine dell'Antico Regno, Osiride fu anche assimilato al Dio Grande (dio celeste), come lo era stato prima di lui Horus. Questa concezione è collegata inoltre a quella di Osiride dio dei Morti. Il sovrano morto continua a regnare nel mondo inferiore, che è un'immagine del mondo terrestre, come Osiride morto regna in questo mondo « antipodico». D'altra parte, poiché il sole rischiara il mondo dei vivi, mentre la luna illumina il mondo dei morti, Osiride fu identificato alla luna (Aah). Certamente questa concezione del sovrano che continuava a vivere e a regnare sull'aldilà fece sì che alla fine Osiride diventasse un dio dei morti; a questo titolo, egli assimilò le divinità funerarie delle necropoli egizie e più particolarmente Khentamentiu, « il signore (colui che presiede) degli Occidentali», ad Abido, presso This, sede delle prime dinastie tinite. Questo carattere ctonico trionfa soprattutto a partire dal Medio Regno, allorché la dottrina Osiriana di salvezza (sopravvivenza dell'anima concessa a tutti gli uomini) trionfò della dottrina solare e monarchica dell'Antico Regno.
Inoltre il carattere di Osiride, dio del grano sepolto sotto la terra durante la germinazione, contribuì non poco a consolidarne, per analogia, il carattere ctonico.
Nei Bassi Tempi, quando le dottrine di salvazione fiorite in Grecia e nel vicino Oriente invasero il mondo, Osiride conservò esclusivamente questo carattere di divinità salvatrice e ctonica.
Guy e m. f. Rachet, "dizionario della civiltà egizia" - 1972

Osiride

Osiride
Una delle divinità principali, più complesse e più famose della mitologia egizia. Da questa, passò anche nella mitologia greca, per via di successive identificazioni e trasposizioni. — Adorato già, a quanto pare, nei tempi preistorici, Osiride fu, prima di Amon Ra, divinità suprema degli Egizi, e può essere considerato come una specie di eroe civilizzatore, o come un simbolo luminoso dell'umanità che esce dall'oscura barbarie e stabilisce nel mondo Perdine e la giustizia. — Secondo il mito che Plutarco riferisce, Osiride, figlio del Ciclo e della Terra, fu in origine un benefico e generoso re d'Egitto, fratello di Set, dio locale di Ombos. Ebbe per moglie Iside. Set (il Tifone dei Greci) personificava il principio del male e del disordine ed era nemico implacabile di Osiride perché sua moglie Nefti, sedotta dalla bellezza del cognato, si era data a lui, dopo avere assunto l'aspetto d'Iside per non essere respinta, ed era divenuta madre di Anubi. Venuto a conoscenza di questo fatto, Set ideò e realizzò una diabolica vendetta. Col pretesto di onorare Osiride, diede un banchetto, alla fine del quale fece portare una cassa riccamente ornata e la mostrò ai commensali dicendo che l'avrebbe donata a quello, fra loro, che l'avesse empita esattamente della propria persona. Appena Osiride si fu steso nella cassa, Set e i convitati, suoi complici, inchiodarono il coperchio, portarono la cassa in riva al Nilo e la gettarono nel fiume. Questo la portò fino al Delta, dove la depose in un folto canneto nelle vicinanze di Buto. — Iside, messasi ansiosamente in cerca del cadavere del marito per dargli sepoltura, lo trovò appunto in quel luogo, e con Netti, moglie di Set, rimasta fedele alla memoria di Osiride, cominciò la veglia funebre. Ma una sera Set, mentre cacciava al chiaro di luna, vide il cadavere, dal quale le due dee si erano allontanate per un momento, e lo tagliò in molti pezzi che sparse attraverso quella regione paludosa. Iside poi, aiutata da Netti e da Anubi, raccolse ad uno ad uno quei pezzi dispersi, e Anubi, con mezzi magici, riuscì a dare una nuova vita ad Osiride, non sulla terra, però, ma nel Regno dei morti. Nondimeno il dio potè generare Horus, che Iside nutrì ed allevò nascostamente nelle paludi del Delta. Osiride, intanto, regnava ormai sul Regno dei morti. Horus, divenuto adulto, raccolse i partigiani di suo padre, sconfisse e scacciò Set (Tifone) e fondò in Egitto il regno dei Faraoni. — Tale il mito primitivo di Osiride, nel quale erano efficacemente drammatizzati i più profondi sentimenti degli uomini. I credenti vi attingevano la speranza di rivivere dopo la morte, in un altro mondo, sotto un re giusto e benigno. — Lo stesso mito ebbe poi numerosi sviluppi e molte varianti; ma ad Horus rimase sempre il carattere di continuatore, sulla terra, dell'opera benefica di Osiride, e a Set quello di divinità malefica. — Molte interpretazioni di questa favola sono astronomiche. Osiride è il sole che scende nelle tenebre notturne, Horus è il sole diurno, Iside è la Luna, sorella e sposa del Sole. In altre interpretazioni, la lotta fra Osiride e Set simboleggia quella che si svolse fra i primitivi indigeni egizi e gl'invasori del Paese. - Nel regno dei morti immaginato dagli Egizi, Osiride è giudice supremo delle anime.
Decio Cinti - Dizionario di Mitologia.

Formula per permettere la trasformazione in un falco d'oro.

Formula per permettere la trasformazione in un falco d'oro.

Recitazione di... Nu, assolto: Io sono sorto all'alba, io sono sorto all'alba come un grande falco d'oro che esce fuori dal suo uovo. lo ho volato e mi sono posato come un falco di quattro cubiti, il cui dorso e le cui ali sono in verde feldspato dell'Alto Egitto, lo sono uscito fuori dalla cabina della barca Mesektet, e il mio cuore è stato portato a me dalla montagna orientale. Io mi sono posato nella barca Manjet, e gli dèi dell'età primeva sono stati portati a me, e si sono prosternati davanti a me e mi hanno elevato preghiere. Io sono sorto all'alba, io mi sono composto come un bel falco d'oro con la testa di fenice, davanti a cui entra ogni giorno Ra per ascoltare le sue parole. Io siedo fra quegli dèi, figli primogeniti di Nut. Il Campo delle Offerte di Cibo è stato stabilito per me ed io mangio là, io là divento uno spirito, io là godo dell'abbondanza secondo il desiderio del mio cuore. Il dio grano mi ha dato la mia gola, e io ho l'imperio sulle parti della mia testa.

Papiro di Nu - formula 77

Formula per Osidide

O Osiride, sommo fra gli dèi, più glorioso di colui che lo ha fatto, puoi tu osservare quel che fa il Figlio del Re e Sacerdote Sem Khaemuas! Egli ti ha permesso di divenire grande di forma, egli vive attraverso te, o dio, e tu vivi attraverso lui. Tu puoi nominare lui come tuo unico tesoriere! Egli è un protettore che bada alla Necropoli, colui che conosce la strada per passare ... Egli apre la bocca dello stesso Seker; egli ha creato la magia nel grembo di Nut, egli ha aperto la Placenta Reale... egli è colui che ha afferrato le armi dei tuoi nemici ogni giorno. Tu puoi apparire gloriosamente in (o attraverso?) lui come signore del nomo di Abido, a seconda che tu gli dia vita, saldezza, benessere e durata nel tuo tempio, perché egli è tuo figlio e il tuo campione.

Incisione nel basamento della statua di Khaemuas nel British Museum.

Adorazione di Ra

Adorazione di Ra da parte dello scriba reale e comandante militare Nekht. Egli dice: Omaggio a te, che sei splendente e possente, Atum-Herakhty! Quando sorgi all'alba all'orizzonte del cielo, si leva per tè la preghiera sulle labbra di tutte le genti. Tu sei divenuto bello e giovane come un disco nelle mani di tua madre Hathor, Sorgi in ogni luogo, il tuo cuore si apra per sempre! Gli dèi delle due Terre vengono a prostrarsi davanti a te, alzano lodi al tuo splendente avanzare. Tu sorgi all'alba all'orizzonte del cielo, tu illumini le due Terre con la malachite. Tu sei Ra-Herakhty, il giovane divino, l'erede dell'Eternità che genero se stesso e che partorì se stesso, Re di questa terra, signore della Tuat, capo dei distretti dell'Aldilà, che emerse dall'acqua, che emerse da Nun, che si innalzò e rese splendidi i suoi figli!
Dio vivente, signore d'amore! Tutte le genti vivono quando tu risplendi, sorgendo come Re degli dèi! Nut asperge il tuo volto, Maat ti abbraccia in ogni stagione, il tuo seguito gioisce di te, si prostrano a terra al tuo avanzare. O signore del cielo, signore della terra, re di Verità, signore dell'Eternità, dominatore dell'immortalità, sovrano di tutti gli dèi, dio vivente che hai fatto l'Eternità, che hai creato il cielo e che vi ti sei stabilito! I Nove giubilano per il tuo splendore, la terra è piena di gioia nel guardare i tuoi raggi, gli uomini escono rallegrandosi a guardare la tua bellezza ogni giorno. Tu veleggi nei cieli ogni giorno, tu ti rechi da tua madre Nut, tu traversi i Cieli ed e aperto il tuo cuore. Il lago di Testes è in pace, il serpente ribelle è caduto, le sue braccia sono in catene, il coltello ha reciso la sua colonna vertebrale.
Ra veleggia con una dolce brezza... Il Sud e il Nord ti trainano, l'Ovest e l'Est ti adorano, O essere primevo della terra, che partoristi te stesso! Iside e Nephthys ti riveriscono, ti incoronano su questa barca, le loro broccia sono dietro a te a tua protezione. Le anime dell'Est seguono te, le anime dell'Ovest giubilano in te, tu governi su tutti gli dèi, il tuo cuore si apre nel tuo sacrario. Il serpente criminale è stato dato alle fiamme, e il tuo cuore si è aperto per sempre quando tua madre Nut ti ha affidato a tuo padre Nun.